Una donna poliedrica, attrice, doppiatrice, mamma a pieno ritmo, insegnante di dizione ed articolazione della parola. Antonella Valitutti muove i suoi passi calcando, sin da piccola, le tavole del palcoscenico e dei set cinematografici. Si racconta, in questa lunga intervista, ponendo al centro l’assoluto amore della sua vita, il Teatro. Un amore per certi versi spietato, faticoso ma tremendamente vero e fidato.
Da attrice come ha vissuto e vive ancora questa restrizione?
“Già dal primo lockdown mi sono interrogata moltissimo sulla centralità del mestiere dell’attore nel panorama artistico e culturale italiano che purtroppo non è ancora del tutto riconosciuta e tutelata. Ho sentito l’urgenza di informarmi, di confrontarmi con i colleghi, di capire come agire per far sentire la voce dei lavoratori dello spettacolo e intraprendere quindi una forma di protesta pacifica a difesa dei diritti di tutto il settore. In questi mesi poi sono nati diversi gruppi di categoria (penso ad esempio ad U.N.I.T.A.), si sono mosse associazioni sindacali e non, che come fine ultimo anno quello di dialogare con le istituzioni per operare interventi fattivi a sostegno dei professionisti di questo settore (artisti, tecnici e maestranze) e ad una risistemazione dei contratti collettivi nazionali. È stato ed è un periodo di fermo forzato che ho deciso di destinare interamente allo studio e all’approfondimento di queste tematiche che riguardano normative ancora in alto mare.“
La cosa che le fa più paura in questo momento?
“Sono ottimista di natura. Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno in ogni occasione…ma oggi, in piena pandemia, mi fa paura la mancanza di sostegno ai giovani. Ho il timore che non si stia facendo abbastanza. Sembrano quelli più “dimenticati” di questo annus horribilis. Mi sento di dire, come formatrice e come madre, che stiamo correndo un rischio altissimo. Proprio poco fa leggevo le parole del presidente dell’Istat Blangiardo sulla crisi occupazionale che a breve si abbatterà sulle componenti più vulnerabili del mercato del lavoro ossia i giovani e le donne. Cerco di far capire ai miei figli e ai miei allievi che in questi momenti così terribili non bisogna perdere la speranza né dimenticare i propri sogni e, soprattutto, non bisogna allentare la presa. Continuare a studiare per uscire più forti da questa tempesta. Cultura e competenza saranno gli antidoti giusti contro la paura, spero.“
Lei oltre ad essere attrice e doppiatrice è anche una docente di dizione ed articolazione della parola. Ha continuato ad insegnare?
“Partendo dal presupposto che lo spettacolo si fa dal vivo, e ricollegandomi al fatto che si debbano tutelare le professionalità e le competenze di ogni settore e, in questo caso, di quello dello spettacolo, voglio anche affermare che da artista e da formatrice ho il dovere di far sì che il mio settore non scompaia. La professione artistica ha radici antichissime, nell’antica Grecia, e non parlo solo di quella attoriale. Da docente io ho il compito di garantire ai miei allievi la stessa professionalità che offro durante le lezioni in presenza. Siano esse scolastiche che laboratoriali. Certo, lavorare davanti uno schermo piuttosto che su un palco o in un’aula scolastica o in qualsiasi altro posto destinato al lavoro di contatto, è molto dura. In tutti questi mesi ho capito che ci vuole calma, rigore, disciplina. C’è bisogno di normative anche qui, che tutelino il lavoro con gli allievi da remoto e che garantiscano il regolare e proficuo svolgimento delle lezioni. Quindi la risposta è sì, ho continuato ad insegnare ed ho imparato anche io qualcosa. Si impara sempre. Di sicuro ho fortificato ancora di più il mio carattere ed ho imparato ad amare ancora di più il mio mestiere. Anzi i miei mestieri, perché sono più di uno, e non ho più il timore di dirlo. Ho lavorato tanto per essere quella che sono. E non vedo l’ora di tornare sul palco o in classe e di stare per una decina di minuti in silenzio, a guardare negli occhi chi mi sta di fronte, prima di abbracciarlo o di stringergli la mano. Senza paura.“
Cos’è il teatro per Antonella Valitutti?
“Tempo fa dissi che per me il Teatro è come un compagno di vita, continuo a pensarlo ma direi che si è preso anche altri spazi. È il posto più bello che abbia mai visitato. La persona più sincera che abbia mai conosciuto. Il corteggiatore più fedele e costante! Mi manca moltissimo non poterlo vivere quotidianamente ma so che ci rivedremo presto. Il mio prossimo lavoro sarà infatti un lavoro teatrale di grande intensità, per la regia di Antonello De Rosa, regista e direttore dell’Accademia Scena Teatro dove lavoro appunto come docente di dizione. Avrei dovuto debuttare proprio in questi giorni ma pazienza… il nostro appuntamento è solo rimandato!“