Rosita Gigantino è da diversi anni nella squadra di “Salerno di tutti” e tenta nuovamente la scalata a Palazzo Guerra, nella lista a sostegno di Gianpaolo Lambiase. Quarant’anni, attivista sul referendum per l’eutanasia e la liberalizzazione della cannabis, salernitana, lavora in un’azienda che si occupa di sicurezza sul lavoro.
Quali le ragioni di questa candidatura?
“Faccio parte di un percorso politico che parte da lontano. Ho sempre collaborato con il gruppo di Salerno di tutti, che non è solo Gianpaolo Lambiase. C’è anzi un bel pezzo di società civile che ha sempre provato a costruire iniziative e proposte a partire dalle questioni ambientali, particolarmente sentite, ma anche quelle più spicce, quotidiane, come i servizi che mancano. Gianpaolo mi pare abbia fatto in questi anni una buona opposizione, coerente e concreta: la mia candidatura è quindi anche una attestazione, un riconoscimento al lavoro che ha fatto: è stato un riferimento anche per le forze politiche e civiche non presenti in Consiglio, dal Movimento 5 Stelle ai Figli delle Chiancarelle. Non è mai stato un urlatore, ma ha ascoltato e coinvolto il suo gruppo di lavoro”.
Una giunta ombra?
“Sì. Ne facevano parte alcune persone che poi si sono candidate, ma anche altre che hanno preferito limitarsi ad un sostegno esterno. Quando l’amministrazione locale non dava risposte, noi adottavamo la nostra delibera provocatoria, per far capire che non volevamo rimanere all’opposizione, ma ci proponevamo al governo della città con proposte concrete”.
Cosa le piace, in particolare, del progetto politico di Gianpaolo Lambiase?
“La sua una visione del futuro legata a doppio filo ai temi di oggi. Ad esempio, i cambiamenti climatici: non possiamo non tenerne conto. Nel programma abbiamo puntato a coniugare la questione ambientale con l’equità sociale. L’ambientalismo lo si fa anche guardando alle questioni sociali. Gianpaolo su questi temi è sempre stato un precursore”.
E cosa può fare un’amministrazione comunale?
“I cambiamenti climatici toccheranno anche Salerno, che non è pronta ad affrontare il cambiamento. Bisogna abbassare le temperature della città e se si continua a cementificare e a impermeabilizzare il suolo, questo non avverrà. Basta guardare a Piazza della Libertà: una lastra di cemento che continuerà a riscaldarsi e ad a emanare calore anche di notte. D’estate, sarà una piastra rovente su cui scaldare la carne. Questa città deve trovare punti di rinfresco per abbassare le temperature”.
Cioè?
“Posti con più verde, alberi, foglie”.
Altro tema caro alla sua lista, le Fonderie Pisano.
“Gianpaolo è stato l’unico a chiedere un consiglio monotematico su questo argomento. Deve diventare una priorità per l’amministrazione. È l’esempio tangibile, quello, di come tocchi affrontare insieme la questione ambientale con quella dell’equità sociale”.
Quali saranno i temi e gli argomenti che lei porterà avanti in Consiglio, se venisse eletta?
“Salerno di tutti è tutta nel nome della lista. Salerno deve diventare di tutti, nell’esperienza politica e nella partecipazione. Quando si delega e non si partecipa, vuol dire che si vive in una città di pochi: e nella città di pochi, si arricchiscono in pochi. Occorrono luoghi di partecipazione, spazi sia fisici che istituzionali. E poi c’è la questione lavoro che costringe molti giovani a lasciare la città. Sento la necessità di portare avanti questi temi perché li vivo sulla mia pelle. Il mio slogan personale è “Non cambiare città ma cambia la città”.
Cosa ha insegnato il Covid ad una aspirante amministratrice?
“Con la pandemia abbiamo capito che nei quartieri è importante avere dei presidi sanitari con specialisti che evitino l’affollamento del pronto soccorso”.

(Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud del 10 settembre 2021 )

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