Siede in Consiglio comunale dal lontano 1993: sembrava dovesse fare un passo indietro in questa tornata elettorale. Così non è stato ed è in prima linea nella lista “Progressisti per Salerno” che sostiene il sindaco uscente Vincenzo Napoli.
Ermanno Guerra: quali sono le ragioni che l’hanno convinta a scendere nuovamente in campo?
“Innanzitutto, la passione che rimane immutata. È difficile forse sostenerlo alla mia età e dopo tante esperienze. Essendomi speso tanto a lungo per la città ho ritenuto che il mio bagaglio di esperienza potesse ancora essere utile, per quanto sia ovviamente auspicabile un rinnovamento. E non sembri una contraddizione. Dall’altro lato, obiettivamente, ha inciso anche una ulteriore considerazione: abbiamo davanti un quinquennio strategico, decisivo, per le risorse importanti che arriveranno per il Paese e quindi per Salerno”.
La campagna elettorale per l’amministrazione uscente è anche tempo di bilanci.
“Con un pizzico di senso critico, dico che gli ultimi cinque anni non sono stati al livello delle grandi stagioni del passato. C’è bisogno di un rilancio, di una spinta, ma anche di rinnovamento, di entusiasmo e di esperienza”.
Quali novità scorge, in questa campagna elettorale, rispetto alle altre che ha affrontato in passato?
“Per la prima volta non è una campagna elettorale bipolare: stavolta ci sono tre candidati un po’ più in evidenza e questo rispetto al passato è un primo elemento di novità. Un altro è che uno dei candidati a sindaco sia una donna. Altro elemento caratterizzante, è il numero dei candidati: apparentemente un segno di partecipazione democratica e di piena apertura alla società, ma tanti candidati al Consiglio comunale determinano un elemento distorsivo. Viene azzerato ogni ragionamento di tipo politico e amministrativo, il racconto del realizzato o delle cose a farsi: conta quasi esclusivamente il portafogli di relazioni. Mi sembra un impoverimento della politica, non un arricchimento”.
Come spiega tutto questo?
“Da una parte è positivo che tanti vogliano affacciarsi alla politica: ma è anche il segno che non esistono più i partiti forti, attraverso i quali prima si selezionavano i candidati. Questo filtro è saltato e quindi… tutti in campo”.
La preoccupano i segnali di fibrillazione emersi internamente alla maggioranza negli ultimi mesi della consiliatura?
“Dispiace, probabilmente è un impoverimento della maggioranza. Ma questo è anche il momento delle scelte: probabilmente qualcuno ha ritenuto di riposizionarsi strategicamente per i prossimi mesi. C’è una campagna per le politiche alle porte: qualcuno ha ritenuto di accreditarsi presso qualche partito nella speranza di avere ruoli diversi. Qualche altro è rimasto deluso. Ma per qualsiasi sindaco non è semplice gestire una maggioranza tanto ampia, in un sistema elettorale in cui peraltro la figura del consigliere si è un po’ asciugata e impoverita. È ancor più difficile quando la provenienza è del tutto eterogenea, senza percorsi politici condivisi in precedenza, quell’esperienza che veniva dalla formazione politica e dall’esperienza dei partiti”.
I punti caratterizzanti del programma elettorale di Ermanno Guerra.
“Molti candidati si stanno spingendo con programmi elettorali. In genere un consigliere condivide il programma del sindaco. A me sembra che la forza di una amministrazione sia da un lato quella di pensare ad una prospettiva per la città, e quindi di arricchirla e dotarla di infrastrutture che possano sostenere un’economia più ricca e possano trattenere forza lavoro in città; dall’altra la capacità di pensare al particolarissimo, all’esigenza quotidiana di chi esce di casa e necessita di servizi di contiguità puntuali ed efficienti. La forza, la capacità di una buona amministrazione è tenere insieme questi due momenti. Per quel che mi riguarda, io ho bisogno di un sogno, di una prospettiva appassionante: altrimenti non ci sto, non mi piace”.
(articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud del 17 settembre 2021)