È stata una delle candidature più discusse, e non è difficile comprenderne il motivo. Membro di una famiglia storicamente e dichiaratamente di destra: il padre Mario è stato anche parlamentare del Movimento Sociale Italiano. Lui, Massimo De Fazio, impiegato di banca, ha deciso di scendere in campo nella lista “Popolari e moderati”, che sostiene il sindaco uscente Enzo Napoli.
Partiamo proprio dalle ragioni di questa scelta.
“Ci sono, senza dubbio, aspetti dell’azione amministrativa che vanno migliorati e settori su cui si è inciso poco. Ma proprio questa volontà di incidere in maniera sensibile nella quotidianità della città mi ha spinto, dopo un’attenta riflessione, a scendere in campo”.
La sua famiglia è storicamente di destra: ci si sarebbe aspettati ben altre scelte.
“La mia scelta di campo ha sorpreso più d’uno: ma ancora una volta il centrodestra si è presentato a questo appuntamento elettorale privo di un progetto, senza una visione prospettica di Salerno per i prossimi venti o trent’anni. Dinanzi a questo vuoto c’erano due possibilità: restare a fare da spettatore o individuare uno spazio politico che consentisse di portare avanti una proposta, magari anche in qualche punto critica. L’aggregazione moderata favorita dal lavoro del professore Aniello Salzano mi ha offerto questa possibilità ed ho deciso di coglierla”.
Centrodestra scartato a priori e a prescindere?
“Il centrodestra a Salerno è fatiscente: ci sono dinamiche sottostanti che non rispondono agli interessi della collettività salernitana. È un centrodestra con una trazione politica ed elettorale che non risiede a Salerno. La stessa scelta del candidato a sindaco, Michele Sarno, non è scaturita da un confronto tra le forze vive della città: lo si è presentato come civico ma in realtà era già un candidato di Fratelli d’Italia, che a Salerno ha sempre avuto performance non all’altezza. Si guardi alle elezioni 2016: il candidato di bandiera andò ben al di sotto di civici molto poco conosciuti, sostenuti da liste faidate”.
Veniamo al concreto: idee e proposte che ha in mente
“Tre, in particolare, sono i settori su cui si è concentrata la mia attenzione: sicurezza, riqualificazione urbana, sviluppo dei circuiti turistici culturali. Interventi mirati capaci di produrre un impatto diretto sulla vita e sull’economia cittadina”.
Partiamo dalla sicurezza.
“È il presupposto per garantire la qualità della vita dei salernitani e per l’avvio e la crescita delle attività commerciali ed imprenditoriali. La mia proposta è rimodulare la presenza della Polizia municipale sul territorio cittadino, puntando su presidi fissi in diversi quartieri, a partire dalle zone collinari”.
Punto due: riqualificazione urbana.
“La mia attenzione non si rivolge alle nuove realizzazioni, ma al recupero del patrimonio edilizio esistente. Nel centro storico ci sono numerosi edifici di pregio in condizioni che definire precarie è riduttivo. Perché non mettere a punto un programma di recupero? Molti i vantaggi: la possibilità di recuperare spazi senza consumare suolo, ricaduta positiva sulla qualità della vita e decoro urbano, coinvolgimento di diverse e qualificate professionalità, con effetti positivi anche sull’occupazione”.
Quali idee per l’ex tribunale?
“Trasformarlo in museo civico, offrendo al pubblico opere d’arte e documenti storici già in possesso del Comune. Vale anche per il forte La Carnale: perché non destinarlo a sede del Museo dello Sbarco e di Salerno capitale?”.
Ultimo punto, il turismo
“Lancio l’idea del Sistema Museale Salernitano: una rete dei siti d’interesse storico, artistico e culturale gestiti direttamente dal Comune di Salerno. Bigliettazione unica, card promozionali, infopoint con materiale aggiornato e multilingue, iniziative promozionali integrate”.
(Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud del 27 settembre 2021)