Non tira apertamente la volata alla candidata a sindaco, Elisabetta Barone, che chiama affettuosamente “Elisabetta” e descrive come “nuovo riferimento della politica”. Ma plaude con più decisa convinzione alle idee ed ai progetti messi in campo dalla lista “Salerno Città della Salute” (ed in particolare ad uno dei suoi principali artefici: Federico Conte). Il ministro della Salute, Roberto Speranza, è intervenuto così ieri al convegno “Il binomio medico/biologo al servizio del cittadino”, organizzato appunto dalla lista che raggruppa anche (e soprattutto) rappresentanti di Articolo 1, e che sostiene appunto Elisabetta Barone.
Parte dalle vaccinazioni, il ministro, per ritenersi soddisfatto e ottimista sul futuro: “Ogni vaccinato – ha detto – garantisce uno scudo migliore contro il Covid. La percentuale di vaccinati ha superato il 78% della popolazione: questo ci mette nelle migliori condizioni per guardare con maggiore ottimismo al futuro”.
Il resto, dice ministro, tocca a programmazione ed investimenti: auspica “una nuova grande stagione, con politiche della salute che rappresentino il cuore delle strategie di rilancio”. Le premesse, dice, lasciano ben sperare, giacché le risorse disponibili “in ventiquattro mesi, grazie anche al Pnrr, sono passate da uno a 20 miliardi: c’è una diffusa, nuova, grande consapevolezza che il servizio sanitario debba diventare una pietra miliare delle strategie politiche”.
Ma tocca metter mano alle riforme, dice il ministro: “o si finisce per continuare a metter acqua in un secchio bucato. E le riforme devono partire dal territorio”.
Quindi i riferimenti espliciti al progetto della lista: “Ho letto le vostre proposte e i vostri progetti – ha detto il ministro – che partono da lontano, dalla tradizione della Scuola Medica Salernitana, delineando un modello di sanità territoriale. Con il Pnrr puntiamo proprio a questo: vogliamo ad esempio portare l’assistenza domiciliare dal 4 al 10%, meglio di tanti altri paesi europei”. Finanche il nome della lista, convince il ministro: “È il senso della città aperta – dice – quello del luogo di condivisione e di confronto: con l’ascolto e le relazioni si governa meglio. Voglio quindi trasmettervi sostegno al lavoro che state facendo e alle idee messe in campo. La vostra sfida di Salerno città, che ho molto a cuore, deve cogliere la sfida di questo tempo nuovo”.
Il senatore Vincenzo D’Anna, presidente nazionale dell’Ordine dei biologi ha confessato candidamente che “mii è stato chiesto di dare una mano su Salerno e su Napoli, ed ho accettato di buon cuore”. Ha quindi denunciato l’avvelenamento del suolo soprattutto nella Piana del Sele per la trascuratezza della politica, auspicando interventi di monitoraggio e prevenzione più incisivi.
Basilio Malamisura, capolista, pediatra e gastroenterologo, ha aggiunto che “la salute è anche prevenzione. Nell’ultimo anno e mezzo sono saltate tutte le prevenzioni, dagli screening oncologici alla gestione delle disabilità e dell’autismo. La medicina di prossimità doveva essere la risposta a tutte queste problematiche”.
Ha quindi auspicato una più stringente collaborazione tra nutrizionista e medico “per condividere e competenze e offrire un’assistenza migliore al bambino. Nelle scuole i menù sono fatti con i piedi, bisogna incentivare l’uso dei prodotti a km zero”.
Annalisa Giordano, biologa nutrizionista, ha quindi chiesto al ministro di istituire la figura del nutrizionista di base, bocciando il progetto del nuovo ospedale: “Non ci vogliono grandi ospedali ma grandi menti e grandi risorse – ha detto – soprattutto umane. Ospedale grande, salute piccola”.
Anche Margaret Cittadino, del Tribunale dei Diritti del Malato, ha auspicato un miglioramento della sanità di prossimità.
(Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud del 30 settembre 2021)